È il 1963 quando Dino Narducci – emigrante lucchese – torna in Italia dalla Svizzera, dove vive con la sua famiglia e lavora come operaio ferroviario, per esercitare il suo diritto di voto. Una volta arrivato nella città murata viene accolto da una notizia illuminante: il fratello Giuseppe, infatti, lo avvisa che il signor Fontana ha preso la decisione di vendere la sua storica gelateria, in via Fillungo. Nella mente di Dino prende subito corpo un’idea folgorante: ne parla con la moglie Andreina e, insieme ai figli Giorgio e Alessandro, decide di tornare stabilmente nel suo Paese. Nella sua città. I coniugi acquistano il fondo e aprono una pizzeria che reca il nome e il cognome della moglie di Dino: Andreina Sbragia. 

Subito la notizia si diffonde in città e, in breve tempo, “lo Sbragia” diventa un crocevia inevitabile per intere generazioni di lucchesi e avventori esterni. 

Il successo della pizzeria, dettato dalla qualità degli ingredienti e dalla maestria nel coniugarli, è tale che nel 1987 si decide di allargare il locale, inaugurando un’ampia sala accanto allo storico fondo. 

La storia della pizzeria Sbragia prosegue ininterrotta nei decenni successivi e continua, ancora oggi, grazie all’opera incessante dei figli, Giorgio e Alessandro. Una tradizione artigianale che si rinnova quotidianamente, sospinta dalla bontà sempre intatta di ingredienti di prima scelta e da alcuni “segreti del mestiere” tramandati nel tempo, per mantenere sempre alto il buon nome della famiglia. 

Non è nostra abitudine girarci intorno: se c’è una pizza che rappresenta al meglio la bontà contenuta nelle cose semplici, quella è la margherita. Al taglio o da asporto, è sempre stata la regina del forno, fin dal primo giorno. Nel corso del tempo, certo, abbiamo allargato le maglie del nostro menù offrendo tutto quello che poteva venire incontro alle esigenze dei clienti, studiando abbinamenti capaci di esaltare il gusto degli ingredienti scelti. Tutte le nostre pizze vengono cotte al suolo, in un forno a legna alimentato con dedizione da oltre mezzo secolo. 

La cecina e le focacce, invece, vengono adagiate in spaziose teglie: da sole o farcite, vengono consumate con intatta gioia da generazioni. Senza contare i celebri “necci” con la ricotta ed il castagnaccio, altri alleati vincenti dello Sbragia: vengono riempiti appena escono dal forno, per regalare ogni giorno esplosioni di sapore a centinaia di palati.